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Reviews for The Imperial Roman Army

 The Imperial Roman Army magazine reviews

The average rating for The Imperial Roman Army based on 2 reviews is 4 stars.has a rating of 4 stars

Review # 1 was written on 2013-04-16 00:00:00
0was given a rating of 4 stars Constance Skinner
-Del ejército, estrictamente, y no de sus batallas u oficiales famosos.- Género. Historia. Lo que nos cuenta. Monografía dedicada al ejército romano que, aunque principalmente situada en los tiempos de Augusto y sucesores cercanos, se refiere a tiempos anteriores o posteriores para citar datos sobre cambios o adaptaciones relativos a su organización, tropas, reclutamiento y entrenamiento, instrucción, tácticas y estrategias y, finalmente, su papel dentro de la estructura política, económica, cultural y social del Imperio. ¿Quiere saber más de este libro, sin spoilers? Visite:
Review # 2 was written on 2021-06-21 00:00:00
0was given a rating of 4 stars Robert Harris
21/06/2021 (****) Saggio estremamente completo che, per quanto concerne l'illustrazione della composizione, della struttura e dell'evoluzione dell'esercito romano dall'età di Augusto fino alle soglie della Tetrarchia, dice sostanzialmente tutto. Forse eccessivamente prolisso e pedante nella prima parte, poi diventa molto interessante (almeno per chi scrive) nella sua disamina che, come detto, è estremamente completa. Particolarmente interessante e ricchissima di dati la parte centrale, in cui si descrivono le modalità di reclutamento, l'esercizio quotidiano, i ruoli dei soldati all'interno delle unità e l'impostazione tattica e strategica dell'esercito. L'autore in particolare conclude con la banale osservazione che l'esercito mantenne un inarrivabile livello di capacità militare fino a quando lo Stato romano fu in grado di garantire l'afflusso di denaro sufficiente a mantenere gli standard fissati da Augusto inizialmente: alta qualità delle reclute (a discapito della quantità); costante esercizio; organizzazione assoluta; provenienza aristocratica dei quadri ufficiali (senatoria o equestre); difesa fondata sulla stabilizzazione del limes, inteso come larga fascia di cesura fra barbaricum e stato romano in cui sistemare le legioni. La conclusione pare banale, ma non lo è. La crisi del III secolo fu innanzitutto una crisi economica, dovuta all'inadeguatezza delle conoscenze romane in ambito finanziario e economico, che portarono a gravi fenomeni di inflazione e stagnazione. La crisi venne perversamente aggravata dall'aumento delle tasse fondiarie, necessarie per mantenere un esercito sempre più grande (dovendo difendere due fronti ampissimi dagli attacchi sempre più frequenti di Germani e Parti) che a sua volta portò all'abbandono dei campi, alla conseguente crisi agricola di produzione, al calo demografico e infine a una doppia diminuzione del gettito fiscale. La tempesta del III secolo arrivò peraltro a alimentare fenomeni deleteri già in atto, quali l'estinzione delle piccole e medie proprietà agricole a vantaggio dei latifondi, notoriamente poco efficienti nello sfruttamento del territorio e creatori di squilibri sociali marcati, e la trasformazione del lavoro servile in servitù della gleba (o colonato, come veniva chiamato allora). Diocleziano e Costantino riformarono lo stato, mettendo mano anche all'organizzazione dell'esercito (dopo che già Settimio Severo e Gallieno, con epocali riforme, avevano tentato di correre ai ripari). Sono toppe, ma la forza della macchina militare e amministrativa romana è tale da garantirgli ancora qualche secolo di sopravvivenza. Per chi volesse approfondire nel dettaglio l'argomento, non saprei consigliare di meglio.


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