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Reviews for Gentle Civilizer of Nations The Rise and Fall of International Law 1870-1960

 Gentle Civilizer of Nations The Rise and Fall of International Law 1870-1960 magazine reviews

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Review # 1 was written on 2018-05-31 00:00:00
0was given a rating of 2 stars D’ann Hanrahan
Una lettura pesante, non priva di spunti di spunti importanti per contestualizzare quel particolare fenomeno giuridico rappresentato dal diritto internazionale, dallo ius gentium. "Gli uomini che in piena epoca vittoriana esaltavano lo spirito del liberalismo erano costretti a concludere che le condizioni economiche e politiche non garantivano affatto la realizzazione di ulteriori progressi ed erano anzi responsabili dell'incombere di un'altra fondamentale tesi, la rivoluzione" Gli uomini - i giuristi - di cui parla Koskenniemi sono politici d'estrazione centrista, votati tanto al cercare di mantenere in piedi da un lato una retorica nazionalista - financo apertamente razzista - dall'altro cercando di mitigare gli effetti catastrofici che il capitalismo e l'imperialismo stavano portando nelle grandi metropoli del mondo civilizzato e delle periferie coloniali di questo. Certo, una grande contraddizione sembrerebbe insidiare la formazione (l'ascesa) del diritto internazionale: un diritto delle genti, con alcune più "civili" di altre. Civiltà è la scandalosa pietra dello fondante su cui si basa tanto l'ascesa quanto la caduta del diritto internazionale: "nessuna parola è più vaga e ha permesso di commettere iniquità più grandi della parola ‘Civiltà’" [Salomon Charles, L’occupation des territoires sans maître. Étude de droit international, Giard, Paris 1889, p. 195] La Civiltà, nella ricostruzione di Koskenniemi, è il portato progressivo che quella ristretta classe di giuristi moderati e centristi intendeva estendere in quelle zone del mondo che cominciavano, con il ferro e col fuoco, a essere integrate in una economia globale basata sulla libera circolazione delle merci. Alcune genti, portatrici di civiltà per motivi sociali o storico-biologici, erano incaricate di portare cultura, stabilità, ordinamenti moderni in Africa, in Asia, in America Latina. Non devono sorprendere le parole di uno dei più importanti giusinternazionalisti, Bluntschili, in tempi non così vicini all'ascesa del nazismo: "[Gli Ariani devono] sviluppare e completare la dominazione del mondo, che è già in mano ai popoli ariani, in modo consapevolmente umanistico e nobile e tale da trasmettere l’insegnamento della civiltà a beneficio dell’umanità intera." [bluntschili, J.C., Arische Völker, p. 90] La storia della Civiltà è una storia dunque di autentico razzismo, di una "biologia ariana" che aveva - e forse tuttora ha - un Vervollkommung (istinto naturale al Progresso), attraverso il quale si sentiva in diritto di poter civilizzare tutto l'orbe. Secondo Loius Le Fur: "il concetto di mondo civile che non è altro che il concetto della cristianità [...] e [...] il concetto di antichità pagana che, privato delle sue componenti migliori, è stato adottato ed esacerbato da gente che ha usato tutte le risorse di una sapiente dialettica per garantire il trionfo delle passioni sui principi superiori di umanità, legge, morale e ragione." Sembrerebbe dunque cogliersi un filo di continuità nell'affermazione del diritto internazionale: un diritto di genti autoproclamatesi colte che, per sua natura, non poteva rimanere confinato nell'angustia dello Stato-Nazione.
Review # 2 was written on 2011-12-24 00:00:00
0was given a rating of 5 stars robert lombardi
Excellent book to research interplay between law, politics and economics


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