Reviews for Macroeconomic policy analysis

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Review # 1 was written on 2014-07-19 00:00:00 Rebekah Wellman Gli omosessuali sono talmente indotti da sempre a considerarsi malati che a volte capita che si percepiscano come tali: in ciò consiste la nostra vera malattia, l'illusione di malattia che può anche arrivare a farci ammalare veramente. In modo analogo, chi è stato a lungo rinchiuso in manicomio può finire col recare sul volto i segni stereotipati della "follia", ovvero le tracce della persecuzione subita e della prigionia, la "terapia" interiorizzata sotto forma di malattia. I medici (psichiatri e antipsichiatri) sono i veri untori, la vera malattia è la "cura". Spesso, l'illusione di essere in qualche modo malato affligge l'omosessuale a tal punto da spingerlo a tentare di mascherare (deformare) il proprio essere, la cui difformità è costretto a vivere come deformità. Se noi omosessuali appariamo a volte ridicoli, pietosi, grotteschi, ciò avviene perché non ci è concessa l'alternativa di sentirci esseri umani. I "pazzi", i negri, i poveri fanno paura: l'oppresso reca sul viso il marchio dell'oppressione subita. Ma questo marchio può trasformarsi in annuncio della nuova vita che sorge: sul volto di un travestito può ormai brillare la gaiezza del desiderio che si sta liberando, l'energia pro-positiva che volge alla creazione del comunismo. La guerra contro il capitale non è stata perduta: sempre più omosessuali, oggi, invece di lottare ciecamente contro di sé nell'angustia dell'individualismo, al chiuso del ghetto, imparano a (com)battere gaiamente a occhi aperti, a corpo aperto, per la rivoluzione. Niente da aggiungere, un testo importantissimo e ancora attuale.

Review # 2 was written on 2012-06-15 00:00:00 Aaron Jakubec With a liberal grasp of Marxism (relying almost exclusively on early Marx's focus on alienation) and a heavy (somewhat dated) focus on Freudian psychology, Towards a Gay Communism is, at times, clumsy and confused but nevertheless a bold and thoroughly fabulous defense of unfettered queerness. Mieli is sometimes guilty of the overly deterministic use of psychoanalysis to explain away behaviors and sexual practices. There are nuggets of sass and political wisdom sprinkled throughout, especially the concept that marginalized groups such as queers, black people and women share a kind of material subjective basis for revolutionary action based on the concrete conditions of their oppression. His conceptualization of sexual relations between queer men and women is groundbreaking and displaces phallocentric notions of dominance. At the same time, Mieli recognizes the intrinsically radical nature of same-sex attraction and love, even within the context of phallocentric patriarchy. His adamant rejections of the traditional, macho Left were certainly earnest but anticipated the early 21st century's tragic rejection of politics in favor of identity. If only Mieli survived to witness the queer community's fightback during the AIDS crisis and the subsequent trend towards complete assimilation. While I do not agree with many of Mieli's political conclusions, voices like his are vital for our community and he represents the hidden gem of utopian thinking that makes queer identity worthwhile.