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Reviews for History of Earliest Italy

 History of Earliest Italy magazine reviews

The average rating for History of Earliest Italy based on 2 reviews is 4.5 stars.has a rating of 4.5 stars

Review # 1 was written on 2016-09-16 00:00:00
0was given a rating of 5 stars Christy Anderson
Comperato tanti anni fa in una bancarella di libri a metà prezzo, letto soltanto in quest'agosto che se ne fugge. Lo pensavo un manualetto sugli Ebrei dell'Europa dell'Est, in realtà è molto di più, anche se la focalizzazione è puntata principalmente sulla Polonia. Tratta dell'ebraismo e del antisemitismo a partire dalla metà del XIV secolo, quando, "Udite, udite!!!" gli Ebrei furono invitati dai re Polacchi per vivacizzare e sviluppare l'economia. Protetti (i re polacchi protessero i loro Ebrei anche dagli attacchi dalla Chiesa cattolica, che non fu mai tenera con i propri fratelli maggiori) anche se non coccolati, poterono vivere quasi indisturbati fino al 1648, quando ci fu il crollo del regno di Polonia invaso e razziato dai cosacchi, che massacrarono di gran gusto gli Ebrei. Forse tra XIV, XV e XVI ci fu l'età dell'oro dell'ebraismo polacco; da allora in poi antisemitismo popolare, provvedimenti discriminatori da parte delle autorità zariste (nella Polonia russa, in quella tedesca le cose andavano un po' meglio, anche in confronto a quella austriaca) vessarono gli Ebrei polacchi che furono cacciati dalle campagne, estromessi da molte attività, etc., fino alla Seconda Guerra Mondiale e alla distruzione finale. Dei 3 milioni e passa di Ebrei polacchi negli Anni Settanta ne erano rimasti 5 mila, ed è tutto un dire. Lo studio di Haumann si apre anche sulla situazione degli Ebrei nelle nazioni vicine: Russia, Boemia, Ungheria, etc. ma è sulla Polonia che concentra tutta la sua capacità analitica, con statistiche demografiche ed economiche, comparazioni tra città e città e città e campagna. E' interessantissima la parte del terzo capitolo in cui viene descritta, a grandi linee e quindi mai noiosa, la religione e la religiosità popolare, gli usi e costumi, la famiglia, il ruolo della donna, l'educazione e la scolarizzazione, le divisioni e anche l'odio che caratterizzava gli ebrei ortodossi nei confronti dei chassidism, o la diffidenza e il disprezzo degli Ebrei "occidentalizzati" verso gli "orientali". Interessantissimi sono le citazioni della letteratura yiddish, tipo i romanzi dei fratelli Singer (La famiglia Moskat, etc.). Al solito, dopo aver letto qualcosa sulla storia degli Ebrei, mi rimane sempre alla fine una grande amarezza: ma perché averli perseguitati, quasi sempre e quasi dappertutto?
Review # 2 was written on 2017-10-30 00:00:00
0was given a rating of 4 stars Justine Moreau
Das kleine Büchlein von Heiko Haumann über die Geschichte der osteuropäischen Juden dürfte wohl mittlerweile den Charakter eines Standardwerkes haben. Davon zeugt nicht zuletzt die mittlerweile 6. Auflage des Buches. Der Schwerpunkt liegt dabei auf der Neuzeit ab 1648 mit einem beachtlichen Teil zur Religiosität und zum Alltag. Entsprechend liegt der Schwerpunkt nicht auf der Vernichtung der Juden und auch nicht auf der mitunter schon schwierigen Lage zwischen den Weltkriegen. Oder den Resten in der Gegenwart, auch wenn diese entsprechend ihres Stellenwerts eingebracht werden. Besonders interessant für eine weitere Beschäftigung ist (wie unten) die Ausweisung der Juden aus Prag bzw. Böhmen (S. 89f). Auch die polnische Sicht zu Judentum und Deutschtum und mitunter die Assoziierung miteinander böte interessante Ansätze z.B. lokal in Lodz (109). Die Stellung und Positionierung bei lokalen Konflikten zu den Dumawahlen 1912 (S. 151) und die politischen Organisationsformen zur Jiddischen Sprache (161) bzw. Jiddisch als Nationalität in der KuK-Monarchie (172) mit eher unbekannten Parteien, wie der Jüdischen Sozial-Demokratischen Partei Galiziens (173). Auch Antijudaismus mit Entwicklung zum Antisemitismus wie der Fall des zum Tode verurteilten angeblichen Ritualmörders Leopold-Hilsner 1899 (182) oder das jüdisch-bolschewistische Feindbild in Polen, wie es sich im Zusammenhang mit der Ermordung von Narntowicz zeigt (200) oder in den Pogromen der Zwischenkriegszeit (210).


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