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Reviews for Matteotti, Buozzi, Colorni

 Matteotti magazine reviews

The average rating for Matteotti, Buozzi, Colorni based on 2 reviews is 4 stars.has a rating of 4 stars

Review # 1 was written on 2012-11-24 00:00:00
1996was given a rating of 4 stars Robert Lucero
BENVENUTI NEL PAESE DEI VOLTAGABBANA Il punto di vista di Emilio Lussu e le sue memorie sull'avvento, la presa e il consolidamento del potere da parte del fascismo comandato da 'Musolino' - il sorgere, l'affermarsi e il progredire di quel terribile momento storico: un ottimo esempio di satira, una magnifica ricostruzione storica, fresca come scritta oggi, come se la materia fosse recente. Così attuale che questo libro andrebbe introdotto come testo scolastico. Mai incrociato un libro così, mi ha davvero colpito e sorpreso. Ecco un breve estratto che credo renda bene il tono del libro, il suo perfetto mix di umorismo, critica e ricostruzione: Dopo di allora (cioè, la guerra di Crimea), caratteristica dei bersaglieri è sport, celerità, azione. Nell'esercito italiano i bersaglieri sono quello che sono i sindacalisti in politica e i futuristi in arte.
Review # 2 was written on 2017-09-19 00:00:00
1996was given a rating of 4 stars Rodney James
" PERCHÉ SEI DIVENTATO FASCISTA?" Scritta nel '31, dopo l'evasione e la fuga da Lipari e una strenua opposizione al fascismo , l'opera si nutre dell'intento di raccontare la storia della nascita del fascismo calando la realtà nazionale a quella regionale della Sardegna con l'unico scopo di mettere in guardia, con la particolarità degli eventi italiani, l'universalità nella storia europea dei fatti e il ripetersi degli stessi meccanismi. Spagna , Portogallo, Polonia, Jugoslavia, Ungheria:"dappertutto dittature", chi altri ancora? Edito in Italia nel '44 e non prima, per l'ovvia cesura temporale con conseguente morte della democrazia di cui è superfluo dire, l'autore non volle rimaneggiare lo scritto per conservarne l'autenticità insita in un memoriale dal tono squisitamente soggettivo e limitato alla visione del momento. Riscriverne le parti avrebbe significato tradire lo spirito del libro: genuino, ironico, vero, appassionato. Lussu è fedele a se stesso, sempre. La lettura ha inizio con gli echi della conferenza di pace di Parigi, con i quattordici punti di Wilson e con il principio di autodeterminazione dei popoli. Il popolo sardo si autodetermina: orgogliosamente resiste alle tentazioni lusinghiere del nascente fascismo. Lussu, interventista pentito, ufficiale decorato della Grande Guerra, fondatore del partito Sardo D'azione, è in questi anni dal '21 al '26, deputato. Nel '21, a Villacidro, terra tanto cara a Dessì, subisce il primo atto squadrista; in un crescendo narra la lenta involuzione dell'uomo in gregario, del coraggio in paura, della democrazia in tirannia. Il Leviatano divora l'individuo e il mostro biblico coincide sempre più con lo stato assoluto. La resistenza dei sardi inizialmente è palese, "corse voce di un movimento insurrezionale in Sardegna", ma dopo la marcia di Roma e il balletto di onorevoli e re che permettono il fagocitamento delle strutture democratiche, la resa è inevitabile. È già tutta contenuta e anticipata nelle bellissime pagine dedicate al primo discorso di Mussolini alla Camera dopo la sua nomina a capo del governo. Le parole di Mussolini sono ricordate quasi a memoria, di poco si discostano da quelle riportate dalle fonti dell'epoca, ma i fatti sono arricchiti dall'occhio sapiente del regista che spazia per tutta l'aula inquadrando i singoli gruppi e restituendoci le loro reazioni. La dissolvenza finale è memorabile e chiude sui parlamentari che prendono parola contro Mussolini e il nuovo governo: "Se il lettore chiude gli occhi un istante e, attribuisce a quest'istante simbolico la durata di quattro anni, riaprendoli vedrà l'uno e l'altro, l'on. D'Aragona e l'on. Cao, inseriti nel fascismo." Quando in Sardegna, terra fiera e orgogliosa, arriva il generale Gandolfo a sostituire i prefetti con pieni poteri e a sedare ogni istinto di ribellione, a uno a uno gli amici di Lussu diventano fascisti. E allora si legge la presa d'atto, la delusione mai sbandierata ma chiusa nell'animo fiero e irremovibile. Rettitudine morale pura. La meraviglia di chi racconta, incredulo, l'appartenenza al fascismo di persone insospettabili, di amici, di politici vicini fino a poco prima della marcia su Roma, è lì palpabile e rattrista l'animo. Infinita solitudine del giusto. Gli episodi, tanti, prima raccontati in ottica antifascista vengono accennati e richiamati alla memoria ma impietosamente e dolorosamente siglati con un "Anch'egli s'inscrisse al fascismo". Sfioro le pagine e non leggo più, sento la storia, vedo gli eventi, odo le voci, ne partecipo gli umori. Il ritmo narrativo diventa incalzante, curiosità mista a paura e a stretta compartecipazione agli eventi e ai destini del protagonista fanno volger pagina velocemente. Antagonisti e scontri epici tra le forze del bene e del male si susseguono. Lussu è un grande narratore. Manca il lieto fine, i tempi non sono ancora maturi, la Storia lo scriverà anche grazie a uomini come lui.


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