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Reviews for The Pension Beaurepas

 The Pension Beaurepas magazine reviews

The average rating for The Pension Beaurepas based on 2 reviews is 4.5 stars.has a rating of 4.5 stars

Review # 1 was written on 2017-11-18 00:00:00
2008was given a rating of 4 stars Sergei Chnaiderman
«L'arte non dovrebbe mai essere moralista; e che cos'è la vita se non un'arte?» E in effetti, a pensarci bene, mi sembra proprio che fin qui, fin quanto letto nelle opere di Henry James, non ci sia mai un giudizio morale nei confronti degli attori delle sue storie. A esprimerlo, casomai, sono le storie stesse, i fatti, le conclusioni, ma mai le parole con cui James, sempre in maniera eccellente e raffinata, le disegna. Che poi l'Arte, di per sé, si presti a giudicare, a dividere, a operare una selezione (più o meno naturale) è tutto un altro discorso, che esula dai contenuti di questa raccolta di racconti. Raccolta di racconti che, pubblicata in un unico volume per la prima volta in Italia, riunisce tre scritti che seppur divisi dalle date di stesura (1879 La Pensione Beaurepas e Un fascio di lettere, 1882 Il punto di vista) e dai nomi ingannevoli di alcuni fra i protagonisti, hanno pieno titolo per trovare dimora in un'unica raccolta. Il motivo non è solo ascrivibile al contenuto, che sublima il tema caro a Henry James di mettere sovente a confronto l'Europa, l'America e i diversi stili di vita fra i due continenti, ma anche quello di ritrovare nell'uno e negli altri racconti (pur a volte, come dicevo, con un'identità mutata) gli stessi personaggi. Li incontriamo, europei e statunitensi, nella Pensione Beaurepas di Ginevra del titolo (Mi avevano spiegato che una pensione era il posto ideale per studiare la natura umana. Volevo fare carriera letteraria e un mio amico mi aveva detto: "Se vuoi scrivere, devi andare a vivere in una pensione; non ci sono posti migliori per raccogliere materiale"), in nave al rientro in patria o alla scoperta del nuovo mondo, in giro per gli Stati Uniti per motivi di lavoro, o di studio (laddove per studio qui si intende uno studio giornalistico, sociale e politico delle abitudini) o al ritorno a casa dopo un lungo soggiorno in Europa. Il ritmo, lento e sonnacchioso della Pensione Beaurepas, lascia il passo a quello prima vivace, poi serrato, dello scambio epistolare che caratterizza i secondi due. Il tono è divertito, ironico, a tratti colmo di humor (su tutti il momento in cui un'americana afferma di non aver mai pensato di dover venire in Europa a imparare... l'inglese, a sottolineare quanto siano diverse ormai anche nella lingua l'Inghilterra e gli Stati Uniti, ma soprattutto in una società in cui il francese contamina tutte le conversazioni degli ospiti), soprattutto mirato a mettere in ridicolo sia gli uni, "gli aristocratici europei" (detentori di quella che James definisce "maleducazione organizzata"), che gli altri, gli ordinari americani, i "farfuglianti barbari". Le donne, poi, sono come sempre al centro del palcoscenico, divise, nel giudizio che loro stesse non esitano a dare di se stesse, fra spregiudicatezza e moralità, fra rispetto delle convenzioni e libertà di essere. Può una donna sola, una "rispettabile signorina", passeggiare liberamente al parco insieme a due gentiluomini che non le sono parenti? È una questione di punti di vista, di regole dettate dal vivere sociale, che Henry James, nella veste privilegiata di espatriato e profondo osservatore (nonché frequentatore di ambienti che gli permettevano di metter di continuo a confronto gli uni e gli altri) si diverte a opporre, scardinando equilibri, e a tratti anche a ridicolizzare: il tutto, in perfetto equilibrio e in punta di stilografica, senza preferire nessuno. Solo per appassionati, del genere o dell'autore.
Review # 2 was written on 2018-04-18 00:00:00
2008was given a rating of 5 stars David Craig
A Deep Cut Probably the only people who will read this are James completists, if such a thing exists. This is unfortunate, because, although the usual tropes are there ' American capitalism v European sensibilities, innocents and Buccaneers ' perhaps the most intriguing character is the unnamed narrator himself, whom one begins to see as potentially an opportunist himself. He's perhaps a bit of lad, something rare for among Jamesian narrators.


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