Reviews for Bristol: History You Can See

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Review # 1 was written on 2015-10-29 00:00:00 Matthew Gotcher Letto nell'edizione italiana del Il Mulino, dal titolo "La peste in Europa". Gli autori fanno una carrellata introduttiva di pestilenze, più o meno bubboniche, manifestatesi in età classica e tardo antica per approdare poi alla peste giustinianea, antefatto della morte nera del 1347-48. Si entra poi nel cuore del libro, con la descrizione delle terribili epidemie del XIV secolo, con le loro ricorrenze cicliche di sei- dieci anni, per poi attraversare i secoli XV, XVI e XVII, caratterizzati da cicli più lunghi, ma con epidemie tremendamente devastanti per la popolazione europea. Un capitolo, come è giusto per autori inglesi, è dedicato alla peste di Londra del 1665; un altro descrive con dovizia di particolari, raccapriccianti l’ultima pestilenza in Europa occidentale, quella di Marsiglia del 1720. Una descrizione vivida, raccapricciante, delle pestilenze basata sulle varie fonti dei contemporanei. Nel libro vengono prese in esame oltre alle ricadute sulla demografia e sull’economia, le conseguenze sociali di fenomeni così devastanti: le misure prese dalle autorità per contenere il contagio, il costituirsi di una legislazione sanitaria, commissioni e istituzioni mediche permanenti, le resistenze poste a queste dalle popolazioni atterrite, le difese psicologiche adottate da molti, non ultime dalle stesse autorità, estese fino alla negazione dell’evidenza, di manzoniana memoria. Un libro che forse non aggiunge molto a quanto già si sapeva, ma che ha però il merito di esporre una storia dell’epidemie di peste in Europa presa nel suo insieme, dal suo manifestarsi, fino allo scomparire nel secondo decennio del Settecento. Nell’insieme è molto più di un buonissimo manuale, al quale si potevano però aggiungere note a piè di pagina sulle fonti storiografiche.

Review # 2 was written on 2020-03-14 00:00:00 Marc Garner Rilettura non casuale dati i tempi. Magistrale. In 180 pagine non si poteva chiedere di più. Il libro enuclea in modo sintetico ma completo la reazione europea all'irruzione di un morbo, spiegando bene gli strumenti (religiosi, filosofici ed empirici) che gli uomini del '300 e quelli successivi avevano per arrestare o attenuare il contagio, senza dimenticare le implicazioni socio-economiche che la peste (tra un quarto e un terzo della popolazione moriva) comportava. Interessante anche per l'Italia, perché alla peste nel nostro paese sono dedicati molti capitoli. I comuni italiani furono all'avanguardia nel '400 nella creazione dei lazzaretti e nella politica della quarantena. Alla fine, emerge comunque la verità: in quattrocento anni gli uomini non trovarono alcun rimedio efficace alla peste e dovettero limitarsi a misure che, se riducevano di poco il numero di morti, miravano soprattutto ad evitare il collasso dell'ordine sociale. Alcuni casi, come Londra 1665 e Marsiglia 1720, sono descritti in dettaglio. Il miracolo del libro sta nella completezza nell'accennare sia alla prima esplosione pandemica (quella dell'epoca di Giustiniano), sia alla terza (tra '800 e '900 che colpì l'India), senza dimenticare le altre malattie endemiche (sifilide, vaiolo, lebbra) ecc. Ho apprezzato moltissimo che in vari punti gli autori abbiano ammesso che, su molte vicende, non abbiamo risposta. Perché Milano nel 1347 ebbe solo il 10% morti? Perché nei primi cent'anni la peste aveva ricorrenza decennale e poi divenne ventennale? Perché Londra 1665 fu l'ultima epidemia sul suolo inglese? Perché la peste scomparve dall'Europa dopo il 1720? Tutte domande cui gli studiosi hanno dato risposte solo parziali e insicure. Consigliatissimo a meno che, dati i tempi, non siate ansiogeni o ipocondriaci.