Antisemitism: A Reference Handbook Book

Pensando all'Olocausto, tematica da sempre presente nelle mie letture, mi sono sempre chiesta quale sia, nel presente, l'atteggiamento e il pensiero dei figli e nipoti dei sopravvissuti, i cosiddetti "testimoni di seconda o terza generazione". Com'è stato per loro essere cresciuti ed educati da testimoni diretti di una simile tragedia? Cosa provano nel vedere filmati girati nei campi di sterminio e nel leggere testimonianze ben sapendo che i loro stessi genitori, nonni, parenti, hanno subìto la medesima sorte, sorte che tra l'altro essi stessi, se fossero vissuti qualche decennio prima, avrebbero potuto subìre? Come accolgono, se ci riescono, la grande eredità loro trasmessagli, quella del ricordo? Pensavo che questo graphic novel di Bernice Eisenstein potesse aiutarmi a rispondere a queste curiosità: il punto di vista di questa lettura, infatti, è quello di una figlia di due ebrei sopravvisuti ad Auschwitz, la quale cresce portando in sè l'ombra del loro passato. Curiosità siddisfatte, dunque? Solo in parte. La Eisenstein sviluppa questi aspetti solo in alcuni punti del libro, in maniera cauta, sottile, di striscio: si tratta di momenti rari ma profondi ed emblematici, che offrono al lettore ottimi spunti di riflessione (significativo, ad esempio, il passaggio in cui racconta di quando, da adolescenti, lei il cugino fanno conoscenza con un gruppi di coetanei non ebrei, e l'avvenimento scatena un misto di disapprovazione e paura nei loro genitori). Quanto al resto, l'autrice si dilunga in descrizioni delle usanze della sua famiglia, dei primi anni del matrimonio dei genitori, degli hobbies del padre, quasi volesse, nel suo inconscio, sviare dall'obiettivo principale che si era prefissa scrivendo il libro. Ma d'altronde mi rendo conto della difficoltà di scrivere su un tema simile, da parte di chi ha sempre voluto chiedere e sapere ma non sempre ha ottenuto le risposte che voleva e così è andato a cercarsele...e le risposte hanno fatto male. In conclusione il bilancio del libro resta comunque buono. Ero indecisa fra due stelline e tre, ma alla fine ho optato per tre, per premiare la volontà e il coraggio dell'autrice di scrivere su un tema simile dal suo punto di vista e perchè no, anche per i frequenti bei disegni disseminati in tutto il libro.